Mentre i giornali trasmettono paura, gli italiani su Twitter mostrano rabbia. Se i temi si assomigliano e le reazioni si contrappongono, si può pensare che uno abbia influenzato l'altro? Come suggeriscono le parole di Roberta Bracciale, se si prende a riferimento il modello dell' "agenda setting", non solo i media costruiscono i temi di cui parlare e il modo in cui devono essere pensati dalle persone, ma i differenti media si condizionano l'un l'altro. Lo scoppio della guerra in Ucraina ha intaccato dopo oltre 70 anni l'idea di un'Europa libera da guerre. La ridda di notizie e commenti ha costruito in brevissimo tempo una narrazione ricca e ampiamente documentata sui social. La ricerca, fondata sull'analisi dei tweet italiani e degli articoli di 3 delle più importanti testate nazionali nei primi due mesi di guerra, si è concentrata sull'identificazione dei temi più trattati e della loro connotazione emotiva: Rabbia, Gioia, Tristezza e Paura.
Su twitter l'emozione dominante è la rabbia lungo tutto il periodo. Per avere una visione più completa delle emozioni espresse su twitter occorrerebbe prendere in considerazione anche ironia e sarcasmo. Purtroppo questi due toni sono troppo difficili da identificare per un algoritmo. Sui giornali dominano tristezza e paura, che si alternano, mantenendo le proporzioni anche con il crescere della quantità di contenuti nelle diverse fasi. Questa forte polarizzazione dei due media non può essere ignorata.
Abbiamo cercato i temi più caratterizzati da Rabbia nei Tweet e Paura nei giornali. I più importanti (anche numericamente) su Twitter sono "Accuse di Dittatura", "Sanzioni e Effetti", "Opinioni sulla Stampa" e "Fonti Energetiche".
Sui giornali, i temi emergenti sono "Opinioni sulla Guerra", "Sanzioni e Effetti", "Dal Fronte" e "Fonti Energetiche". La presenza di due temi in comune ha evidenziato una opportunità di raffronto fra i temi "Fonti Energetiche" e "Sanzioni e Effetti".
Per meglio comprendere l'andamento nel tempo degli argomenti di cui i due media hanno parlato sui due temi da approfondire, il periodo in esame è stato suddiviso in 4 fasi: lo scoppio (dal 24 Febbraio al 3 Marzo), la paura nucleare (dal 3 Marzo al 16 Marzo), i colloqui di pace (dal 17 marzo al 1° Aprile), i crimini di guerra (dal 2 Aprile al 24 Aprile).
Nell'area "Fonti Energetiche", si trovano due argomenti comuni ai due canali. L'argomento "Forniture Gas e Sanzioni" è presente nei tweet solo nella prima fase, ma con un andamento simile a quello dei giornali, dove il tema riprende anche nella quarta fase. L'altro tema, invece, viene sviscerato nei tweet fin da inizio marzo, mentre appare nei giornali solo un mese dopo, ma con picchi che sembrano verificarsi anche su Twitter. Nell'area "Sanzioni e Effetti", l'unico tema in comune, "Sanzioni e possibile default della Russia", è presente in entrambi i canali solo nell'ultima fase.
Confrontando l'andamento dei due MacroTopic nel tempo per entrambi i media presi in esame, risulta per le "Fonti Energetiche" che nel primo periodo le due funzioni hanno un andamento simile. Nell'ultima fase gli andamenti sembrano nuovamente simili, ma sembra esserci una traslazione tra i giornali e i tweet, come se seguissero con un certo effetto di amplificazione.
Per quanto riguarda il MacroTopic "Sanzioni e Effetti", nella prima fase c'è un picco iniziale più evidente nei Tweet e solo successivamente sui giornali che, però, nel secondo periodo non affrontano il tema. Nei periodi successivi troviamo di nuovo un andamento simile, con picchi alternati a brevi cali di interesse.
Twitter è il social delle breaking news, è stato uno dei canali preminenti per il racconto in presa diretta degli eventi e del vissuto di questa guerra da parte dei protagonisti, che spesso e volentieri sono stati riutilizzati come fonti e materiali dai giornalisti stessi (come confermato direttamente dal giornalista intervistato, che in prima persona raccoglie materiali anche da una lista di account twitter da lui attentamente selezionata per affidabilità). Un legame quindi, quello fra giornali e twitter, che non cessa di mostrare interdipendenza, anche nelle emozioni che generano. Non stupisce che su temi simili la paura identificata da questa ricerca come predominante nei giornali corrisponda invece all'emergere di rabbia nei tweet, dal momento che un utente più evoluto (quale quello di twitter) può non solo più facilmente avere reazioni forti di fronte a ciò che non condivide e generare dinamiche di ampliamento della diffusione (con le notizie come con le fake news o con la propaganda) ma anche utilizzare registri complessi, quali l'ironia e il sarcasmo che non vengono identificati dagli algoritmi. La domanda che consegue è quale dei due media abbia influenzato l'altro. Difficile capire quale dia il via all'altro, la paura in realtà - come suggeriscono le parole di Roberta Bracciale - è che può essere il frame di riferimento (potenzialmente determinato dall'agenda setting) che ha guidato i giornali. Se si prende a riferimento questo modello teorico, non solo i media costruiscono i temi di cui parlare e il modo in cui devono essere pensati, ma i differenti media si condizionano l'un l'altro.