L’incertezza è la condizione che accomuna studenti e lavoratori in questa particolare fase post-pandemia. Le modalità con cui gli studenti torneranno a scuola e all’università non sono ancora certe e anche chi ha iniziato a lavorare in smart working non sa se e quando tornerà alle normali condizioni di lavoro in presenza.
L’idea del progetto nasce da questo è cerca di capire quali sono state le emozioni che studenti e lavoratori hanno vissuto durante il lockdown in modo da offrire un’utile panoramica sulle questioni ancora da migliorare.
Gli eventi legati al coronavirus hanno innescato una rivoluzione nel mondo del lavoro. Un cambiamento rapido, quasi violento, ma necessario. Molte aziende erano già pronte a questo passaggio, altre hanno dovuto organizzarsi in tempi brevissimi, spesso con risultati non in linea con le aspettative. A tal proposito Mariano Corso, professore esperto di tematiche legate allo smart working, afferma:
“L’emergenza ci ha colti impreparati a livelli diversi. Da un survey è emerso che è cambiato il contenitore senza che cambiasse il contenuto, ad esempio per il fatto che si lavora in un altro luogo, ma con gli stessi orari.”
Abbiamo per questo cercato di capire come il tema dello smart working è stato trattato nei principali quotidiani nazionali e quali sono state le principali questioni ancora da risolvere. Abbiamo estratto alcuni topic rilevanti ed evidenziano le parole a questi legate.
Dall’analisi dei topic emerge come parte del dibattito si sia concentrato intorno al tema della produttività, dell’autonomia e dell’agilità dello smart working. Come si sono schierati i lavoratori in merito? Inizialmente, il sentimento diffuso appare nettamente negativo. Tuttavia, a inizio maggio i tweet negativi sembrano calare e avvicinarsi a quelli neutri. Si potrebbe supporre che le modalità di smart working siano cambiate in meglio, ma è probabilmente più ragionevole sostenere che la moderazione dei toni avvenga in concomitanza con l’inizio della fase 2, ossia con la progressiva riapertura di uffici e aziende.
Le curve corrispondenti agli hashtag #webinar e #elearning presentano un andamento simile: in entrambe il numero dei tweet negativi è inizialmente elevato, se confrontato con quello dei tweet neutri o positivi. Con l’avanzare delle settimane il rapporto sembra tuttavia bilanciarsi progressivamente. Nonostante lo scarso numero di tweet contenenti gli hashtag in questione, si può provare ad avanzare un’ipotesi sulle ragioni di quest’inversione di tendenza: non è che il rigetto iniziale per le nuove modalità telematiche ha infine lasciato spazio alla noia e all’indifferenza?
Dalla contrapposizione dei topic opportunità e tutele e diritti si nota come da un lato i benefici dello smart working vengono percepiti positivamente, infatti gioia è l’emozione dominante, dall’altra si evidenziano emozioni negative dal lato delle tutele, con rabbia e paura predominanti. Emozioni negative dovute forse alla mancanza di una netta suddivisione del tempo dedicato al lavoro e tempo libero? Questo a sottolineare la necessità di pensare ulteriori tutele in favore dei lavoratori in smart working, come per esempio la regolamentazione della normativa che prevede il diritto alla disconnessione e ulteriori misure per la sicurezza dei dati personali.
Altra tematica da cui si evidenziano alcune criticità legate allo smart working riguarda la questione di genere. Infatti, se in generale la conversione digitale viene percepita con sorpresa e gioia si evidenzia anche la rabbia e il disgusto nel topic disuguaglianza di genere. Emozioni negative che svelano questioni ancora aperte legate alla disuguaglianze di genere, in particolare per quanto riguarda la cura dei figli e la gestione della casa.
Il topic riunioni e videoconferenze viene percepito con gioia e sorpresa, a sottolineare come il non dover per forza spostarsi da casa per organizzare il lavoro viene percepito come un aspetto positivo.
Dall’altro come emerge dal topic colleghi e socialità, la mancanza di relazioni con i colleghi viene vissuto con tristezza e sorpresa. L’aspetto relazionale legato alla presenza fisica del lavoratore nel luogo di lavoro non sembra trovare quindi risposte adeguate nelle tecnologie digitali delle video conferenze. Aspetti questi che in futuro dovranno essere tenuti insieme in modo da garantire la giusta flessibilità senza perdere l’ambito della socialità, centrale per la felicità del lavoratore.
L’organizzazione quotidiana dell’insegnamento è stata sconquassata da una situazione senza precedenti. Uno dei topic emersi è quello di organizzazione didattica, che si riferisce alle modalità pratiche di insegnamento in remoto. Vista la rapidità del cambiamento, è probabile che queste stesse modalità debbano essere in qualche modo ricalibrate in relazione al contesto differente che si è venuto a creare. In merito a questo, la direttrice di Fem (Future Education Modena) Donatella Solda ci ha suggerito una possibile alternativa modalità di svolgimento di una lezione a distanza:
“le neuroscienze sostengono che si deve strutturare la lezione seguendo dei principi: una possibile modalità di lezione a distanza consiste in massimo venti minuti di spiegazione frontale, poi una parte di esercizi, seguita infine da una fase di espressione personale da parte degli studenti.”
Sempre in merito all’organizzazione didattica delle lezioni, il prorettore Marco Abate ci ha raccontato la sua esperienza:
“una delle difficoltà maggiori riscontrate dai professori nel corso di una lezione a distanza è il fatto che viene a mancare lo sguardo di dissenso: dal modo in cui gli studenti ti guardano, si vede subito quando non capiscono”.
Una seconda difficoltà segnalata dal prorettore è di tipo esclusivamente tecnico: “non tutti hanno a disposizione una buona connessione o buoni strumenti”. In effetti, il topic problematiche tecnologiche emerge in modo significativo.
A quest’ultimo si lega il topic divario tecnologico, da cui sembra emergere una discussione legata alla disparità di strumenti e tecnologie tra le diverse zone del paese.
Nel grafico sono presenti picchi principalmente negativi, corrispondenti a decreti ministeriali o a dichiarazioni della ministra Azzolina riguardanti le modalità di svolgimento della maturità. Alla fine della curva si può anche notare un generale aumento di apparizioni dell’hashtag, dovuto presumibilmente al progressivo avvicinarsi dell’esame finale.
l grafico mostra l’andamento sentiment rispetto all’attuale ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina. Anche in questo caso sono presenti principalmente picchi negativi. Questi sono presenti in concomitanza con la firma di alcuni decreti che hanno cambiato l’organizzazione della didattica e di molte dichiarazioni della ministra. Spesso oggetto di polemiche la ministra non sembra aver attirato le simpatie degli studenti, in particolare per alcune sue dichiarazioni.
L’hashtag Università ha registrato un picco principale in prossimità di una dichiarazione del ministro Manfredi, riguardante le possibili modalità di riapertura dell’università a luglio o a settembre. Il secondo picco corrisponde alla dichiarazione del presidente Conte rispetto al rinvio della riapertura. L’ultimo picco è riconducibile alla discussione riguardante l’apertura di alcuni centri ricreativi, ma non delle università.
All’interno dei topic relativi alla didattica a distanza, paura e tristezza prevalgono abbastanza nettamente rispetto alle altre emozioni. Questo sbilanciamento è facilmente riconducibile al contesto generale che le persone si sono trovate ad affrontare, nonché alla criticità di alcuni dei topic estratti.
Nonostante ciò, dal confronto dei vari topic emergono delle differenze significative. Ad esempio, se strumenti digitali presenta una maggiore componente di gioia e sorpresa, difficoltà tecniche risulta più sbilanciato verso rabbia e tristezza.
Si potrebbe avanzare l’ipotesi che, mentre la disponibilità in sé di nuovi strumenti susciti una certa curiosità ed entusiasmo nelle persone, le problematiche tecniche inevitabilmente emerse in questo periodo rendano il loro utilizzo tutt’altro che piacevole. La frustrazione e lo sconforto vissuti dalle persone con problemi di rete, di accesso o semplicemente in difficoltà con l’uso di un programma, conferiscono al topic difficoltà tecniche il più alto livello di tristezza in assoluto. Strumenti tecnologici è poi facilmente confrontabile con divario tecnologico: la forte componente di gioia e sorpresa del primo topic contrasta apertamente con quella di rabbia e disgusto emergente nel secondo. Ancora, mentre la presenza dello strumento sembra in sé suscitare un certo moderato ottimismo nelle persone, il fatto che poi non sia disponibile a tutti suscita sicuramente una certa indignazione. Da notare che divario tecnologico tende a combaciare con diritto allo studio, con cui condivide verosimilmente alcuni temi di dibattito.
L’unico altro topic fortemente sbilanciato verso la rabbia è organizzazione familiare, che tuttavia rispetto a divario tecnologico e diritto allo studio presenta un livello di tristezza maggiore. Potrebbe essere espressione della frustrazione derivante dalla difficoltà di trovare un nuovo equilibrio quotidiano, spesso in presenza di figli piccoli, disagi economici, spazi ristretti in cui convivere con i propri familiari?
Diversamente dagli altri, il topic maturità presenta come emozione predominante la paura. Si può facilmente supporre che le modifiche alle modalità d’esame previste dai decreti usciti in questi mesi abbiano generato un certo sconforto tra gli studenti, costretti a rivedere le proprie modalità di preparazione.