Serie tv, Politica e Big Data

Un'indagine sull'orientamento politico attraverso i dati Twitter

Come le serie tv hanno invaso la politica

Le serie tv sono entrate in politica, e a ragione: come ignorare un fenomeno mediatico che, nei soli Stati Uniti, è stimato in oltre 96 milioni di spettatori a settimana? I politici non mancano occasione per sfruttare la popolarità di questi show: il presidente cinese Xi Jinping, per la prima volta in visita ufficiale allo studio ovale, cita la serie House Of Cards, incentrata su Frank Underwood, corrotto presidente degli Stati Uniti, per introdurre la lotta alla corruzione che lo impegna dal 2012. Dal canto loro, i produttori delle serie non stanno a guardare: arrivano persino a inviare messaggi al vetriolo a politici di spicco. Un esempio clamoroso il tweet inviato a David Cameron da @HouseofCards, l’account ufficiale dell’omonima serie: "La strada del potere è lastricata di ipocrisia e vittime”, dice il tweet, accompagnato da tanto di link a un duro articolo del The Indipendent sul coinvolgimento del primo ministro inglese nel caso Panama Papers e da un’immagine animata, con tanto di menzione. Un attacco assolutamente inedito da parte di una fiction verso un personaggio pubblico reale, che assume una connotazione ancora più forte considerando, appunto, che arriva da chi interpreta, in una serie tv, il presidente degli Stati Uniti d’America.

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L'orientamento politico delle serie tv

In questo scenario, i contenuti e i valori delle serie tv assumono grande rilievo. Studiare la serialità televisiva può aiutare a capire la società moderna e il linguaggio della politica. E ad ogni show è possibile attribuire un orientamento politico, come dimosta la nostra indagine, condotta su oltre oltre 14 milioni di utenti Twitter che seguono gli account ufficiali dei vari show.

Sono state considerate dieci serie tv - Breaking Bad, Criminal Minds, Game of Thrones, Glee, Grey’s Anatomy, Homeland, House of Cards, NCIS, Person of Interest e The Walking Dead - tra le più popolari e ideologicamente caratterizzanti negli Stati Uniti, secondo il metodo di classificazione proposto da Alessia Barbiero nel suo libro “Settimo Potere - Come le serie TV influenzano la vita sociale e politica”, costruito a partire da survey come quella condotta da Experian-Simmons per Entertainment Weekly nel 2011, o da YouGov in collaborazione con l’Università della California. Le serie sono quindi state etichettate come liberal o conservatrici sulla base del numero di "link", intesi come follower in comune, tra account della serie e account politici dei due schieramenti (una sezione di approfondimento sul metodo utilizzato è disponibile nell’ultimo paragrafo dell’articolo).

L’analisi dei risultati, riportati in un barchart, indica che Game of Thrones, Glee, Grey’s Anatomy, House of Cards e Breaking Bad sono serie liberal, mentre NCIS, Person of Interest, Criminal Minds, Homeland, The Walking Dead sono produzioni conservatrici. Alessia Barbiero conferma i risultati dell'indagine, spiegando come determinati show rispecchino i gusti “tipo” degli spettatori di uno specifico orientamento politico. “I conservatori amano le storie con un unico main character, possibilmente qualcuno che si sia fatto da sé e di sesso maschile.”, osserva Barbiero. “Le serie con donne come protagoniste (Scandal, The Mindy Project, Girls), quelle corali (Glee), quelle con famiglie disfunzionali (Shameless) o atipiche (Modern Family, The New Normal) attraggono invece un target più democratico”.

I nostri risultati avvalorano queste considerazioni: ad esempio, la serie NCIS, che narra le vicende degli agenti del Naval Criminal Investigative Service, impegnati nella soluzione di casi spinosi che coinvolgono il corpo dei Marines, è, tra tutte, quella che ha riscosso maggior successo tra i conservatori. NCIS appartiene infatti al genere poliziesco del “procedural-drama” che, secondo Barbiero, incontra “i gusti più conservatori, e i dati lo dimostrano”. Barbiero conferma inoltre l’appartenenza di una serie come Person of Interest, che “cavalca un'idea di giustizia preventiva molto vicina ai principi repubblicani”, come correttamente attribuita al campo conservatore.

Caso più controverso, invece, quello di The Walking Dead, “serie che può facilmente piacere a tutti gli elettori: la lotta della comunità per la sopravvivenza di fronte a un nemico esterno (qui gli zombie) è un tema che piace molto ai liberal. Ma la trasformazione di Rick (unico e solo leader, ve lo ricordate quel suo "non c'è più una democrazia"?) piace invece ai conservatori”, secondo Barbiero. Infatti, in questo caso, l'algoritmo di analisi la colloca “sulla soglia” del campo conservatore.

Sul fronte liberal si trovano, ad esempio, serie come Glee e Grey’s Anatomy, che trattano temi come l’omosessualità, l’aborto e le famiglie non tradizionali, autentico spauracchio della destra americana, e di converso bandiera identitaria dei liberal. Si hanno, inoltre, una serie come House of Cards, che denuncia l’ontologica corruzione che colpisce chiunque metta piede nelle stanze del potere, e Game of Thrones, i cui personaggi moralmente ambigui e la cui costruzione narrativa imprevedibile e complessa ne fanno il prototipo della serie di orientamento liberal.

Gli Stati Uniti delle serie tv

L'indagine è proseguita con la georeferenziazione della provenienza di oltre un milione di follower, con un opportuno algoritmo sviluppato ad hoc. È stato dunque realizzato un confronto tra coppie di serie tv di orientamento opposto, costruendo una mappa del territorio americano in cui, a ciascuno stato, è stato attribuito un orientamento politico sulla base della prevalenza di follower dell’una o dell’altra serie. È stata così ottenuta la mappa degli “Stati Uniti delle serie tv”. Oltre agli stati blu (democratici) e a quelli rossi (repubblicani, secondo l’abituale convenzione delle mappe del voto americane), sono stati individuati alcuni stati, indicati in colore grigio, per i quali l’orientamento politico dei fan delle serie non si è mostrato sufficientemente sbilanciato verso i Democratici o verso i Repubblicani, al punto da giustificare l’assegnazione di una preferenza specifica. Sono stati inoltre colorati di celeste gli stati erroneamente classificati democratici dal nostro algoritmo, e di arancione quelli erroneamente attribuiti al fronte repubblicano. La mappa che appare di default corrisponde al dato reale relativo alle ultime elezioni presidenziali, ed è possibile consultare i risultati del confronto tra serie cliccando sui pulsanti sottostanti.

MAPPA DEL VOTO PRESINDENZIALI 2016

CONFRONTO FRA LE SERIE NEI DIVERSI STATI:

Tra tutti, i risultati più interessati sono riferiti al confronto tra The Walking Dead e Game of Thrones - due serie con un grande bacino di follower, e che sviluppano percorsi narrativi con molti punti di contatto, ma collocate su fronti politici opposti -: si conferma l’orientamento repubblicano di alcuni stati (Utah, Alabama, Arkansas, South Carolina, Georgia, Kentucky, Louisiana, Mississippi, Oklahoma, Tennessee, Texas etc.), alcuni dei quali fanno parte della cosiddetta Bible belt, l’area degli Stati Uniti in cui si concentra un’alta percentuale di cristiani protestanti, vicini per valori e visione del mondo alle posizioni conservatrici. Si prevede inoltre l'avanzata repubblicana in tutto il Midwest, nonché la caduta di uno stato tradizionalmente democratico come il Michigan e la grande incertezza in Pennsylvania, poi risoltasi a favore dei Repubblicani. Lo stesso confronto consente di individuare correttamente come liberal aree a tradizione democratica, come ad esempio gli stati della West Coast (California, Oregon e Washington) e quelli di New York, del Wisconsin, dell’Illinois e dell’Iowa etc. In dieci casi, cinque riferiti al fronte conservatore (riportati in colore arancione) e cinque a quello liberal (in celeste), l’orientamento politico previsto risulta errato. In grigio, un numero abbastanza contenuto di stati (9, sui 50 totali, compreso il distretto federale di Washington Dc) sono stati giudicati too close to call dal nostro modello.

Inoltre, l'indagine mostra come le previsioni per alcuni stati sembrino dipendere dal fatto che proprio in quei territori siano state ambientate alcune serie con specifica connotazione politica. Ad esempio, Breaking Bad (liberal) e Criminal Minds (conservatrice), ambientate, rispettivamente, nelle città di Albuquerque e di Quantico, fanno “accendere” di blu gli stati lungo il confine con il Messico - che riproducono lo spaccato sociale e i problemi legati al traffico internazionale di droga che animano la trama di Breaking Bad -, e di rosso la Virginia (stato incerto, poi vinto dai Democratici). Una possibile spiegazione risiederebbe nella preferenza, manifestata dai fan, per le serie tv ambientate nel proprio territorio di appartenenza, come spiega Alessia Barbiero nel suo libro, basandosi sulle evidenze di alcuni studi condotti dall’agenzia americana YouGov.

Alcune osservazioni sul metodo di classificazione

L'orientamento politico di ciascuna serie è stato attribuito secondo il seguente schema: una serie è liberal se i propri follower Twitter seguono, prevalentemente, personalità, influencer e media che interagiscono molto con l'account di Hillary Clinton, candidata del partito democratico nella campagna presidenziale. Viceversa, una serie è conservatrice se i propri follower seguono soprattutto la rete “social” di Donald Trump, il candidato repubblicano. In totale, sono stati individuati 150 profili Twitter sensibili per questa verifica, per un totale di oltre 140 milioni di follower identificati. Si tratta, in particolare, di utenti classificati nel gruppo “celebrity” (Vip del mondo cinematografico, giornalistico e televisivo) , “media” (testate giornalistiche, broadcaster o singoli tv show, tra quelli più apprezzati e trusted da parte di liberal e conservatori), “politici” (portavoce ufficiali impegnati nella campagna elettorale, senatori e governatori degli stati chiave per la corsa alla Casa Bianca, oltre a grandi personalità della scena politica contemporanea) e infine “associazioni e supporter” (opinion leader appartenenti a minoranze etniche, civili o religiose, lobby e gruppi di pressione, influencer di community verticali che condividono con la Clinton e Trump alcuni valori ispiratori della loro strategia politica). La scelta della fonte dati è ricaduta su Twitter, non a caso: si tratta del social network preferito dagli americani non solo per discutere di entertainment e di politica, ma anche per ribattere le breaking news; e spettacolo, politica e news sono appunto i temi chiave dell'indagine.

ACCOUNT SEGUITI DAI FOLLOWERS DELLE SERIE TV

I diagrammi in figura riportano i risultati dell’incrocio tra follower delle serie tv e follower di questi profili spiccatamente liberal o conservatori. Un contributo importante alla classificazione conservatrice è dato dalle “celebrity”, gruppo che, per le serie liberal, ha invece un ruolo marginale. Il gruppo “associazioni e supporter”, invece, contribuisce quasi sempre in misura significativa a definire le serie come liberal, mentre lo stesso non può dirsi delle serie conservatrici. Non è un caso che siano proprio serie tv come Glee e Grey’s Anatomy, che trattano il tema della famiglia non tradizionale, dei diritti delle coppie omosessuali e dell’equilibrio tra vita privata e lavoro, ad essere classificate come liberal, soprattutto per il contributo non solo di media, ma anche di associazioni di attivisti e sostenitori del partito democratico impegnati in difesa di cause civili e morali. In quasi tutti i casi, l’orientamento politico determinante per assegnare un’ideologia alle serie è quello mostrato dal gruppo “media”, seguito da quello manifestato dal gruppo “politici”. Nel caso della serie House of Cards, il contributo dei politici assume particolare rilievo.

Questo studio suggerisce, quindi, che è possibile ricostruire la connotazione ideologica di una serie tv analizzando il suo intorno social su Twitter: i risultati ottenuti riflettono, infatti, la classificazione rinvenuta dalla letteratura sulle serie tv. Inoltre, la preferenza per le serie tv sembra riflettere in modo naturale la tradizione politica e culturale dei vari stati americani.

L’intervista integrale ad Alessia Barbiero

Di seguito è riportata l’intervista integrale all'esperta del tema del rapporto tra serialità e politica, la già citata autrice e giornalista Alessia Barbiero.

La serialità televisiva è più liberal o più conservatrice? E’possibile stabilire a priori se esiste una propensione verso l’una o l’altra ideologia, nel momento della produzione originaria dei contenuti? O, piuttosto, ognuno vede nelle serie tv quello che vuole vedere, e il format seriale è pensato per mettere d’accordo un po’ tutti,indipendentemente dalle opinioni politiche?
A.B. “Non credo che le serie tv siano pensate per mettere d'accordo un po' tutti, in quasi tutte le serie ci sono delle prese di posizioni politiche, certo è che lo spettatore sceglie (la maggior parte delle volte) di concentrarsi sull'aspetto che più preferisce. Facciamo un esempio con una serie da poco conclusasi: The Good Wife. Lo show può essere visto focalizzandosi sulle difficoltà e i traguardi di Alicia (portavoce di ideali democratici) con la quale si finisce, volenti o nolenti, per empatizzare o sul marciume dentro la politica (in questo caso democratica) di cui il marito Peter Florrick rappresenta il volto. Lo stesso discorso vale per Homeland che è stata tacciata al tempo stesso come repubblicana (e islamofobica) e democratica (non a caso piace anche a Obama). Dire se ci sono più serie liberal o più repubblicane non è semplice, ci sono però più creatori liberal (o almeno più creatori che lo gridano a gran voce come Ryan Murphy, Aaron Sorkin, Lena Dunham e Shonda Rhimes).”
Cosa piace di più ai liberal e cosa ai conservatori, dal punto di vista dello stile narrativo, dello sviluppo della trama, della tipologia di argomenti e di personaggi?
A.B. “I conservatori amano le storie con un unico main character, possibilmente qualcuno che si sia fatto da sé e di sesso maschile. Non è un caso che in quasi tutte le classifiche i procedural polizieschi abbiano più audience repubblicana. Le serie con donne come protagoniste (Scandal, The Mindy Project, Girls), quelle corali (Glee), quelle con famiglie disfunzionali (Shameless) o atipiche (Modern Family, The New Normal) attraggono invece un target più democratico.”
Obama ha utilizzato la passione per le serie tv per stabilire un forte legame empatico con gli americani. Come tu stessa affermi in “Settimo Potere”: “[…] Barack Obama ce lo immaginiamo così: con i piedi appoggiati su un pouf, scalzo, mentre guarda Modern Family insieme alle figlie o mentre parteggia per la nevrotica agente della Cia Carrie Mathison in Homeland”. Come si rapportano Hillary e Trump alla serialità televisiva?
A.B: “Beh, Obama non ha mai nascosto la propria passione per la tv e questo è stato il suo modo di approcciarsi con gli (elettori) americani. Hillary e Trump non hanno mai giocato questa carta, anche se la Clinton ha rivelato qualche sua passione (pare sia una fan di Grey's Anatomy). Trump ha invece sempre scelto di giocare altre carte nella sua campagna elettorale, puntando tutto su un populismo estremo. Certo è che entrambi sembrano molto più lontani dalle persone comuni di quanto appariva Obama, per lo meno per gli elettori addicted di serie tv.
Questi dati di sorprendono? Secondo te, le serie da noi classificate come “conservatrici” in cosa differiscono dalle serie classificate come “liberali”?
A.B. “Fare un'analisi generica è difficile, dipende da serie a serie. The Walking Dead, per esempio, è una di quelle serie che può facilmente piacere a tutti gli elettori: la lotta della comunità per la sopravvivenza di fronte a un nemico esterno (qui gli zombie) è un tema che piace molto ai liberali. Ma la trasformazione di Rick (unico e solo leader, ve lo ricordate quel suo "non c'è più una democrazia"?) piace invece ai conservatori. Polizieschi e procedural incontrano i gusti più conservatori e i dati lo dimostrano (la base su cui si fonda Person of Interest cavalca un'idea di giustizia preventiva molto vicina ai principi repubblicani). Per gli altri vale il discorso di cui sopra.